I prezzi elevati del petrolio, le crisi ambientali e la crescente domanda di elettricità sono stati i motori di una rapida crescita delle energie rinnovabili in tutto il mondo. Tutte queste forze sono state indebolite dal Covid-19. L’economia ha virato verso la recessione e, di conseguenza, la domanda di energia si è ridotta, determinando un surplus nella produzione di petrolio e una riduzione dei prezzi. Inoltre, con il rallentamento dei trasporti, il riscaldamento globale e l’inquinamento atmosferico sembra abbiano perso decisamente peso presso l’opinione pubblica, nonostante un graduale ritorno alla normalità porterà, con pochi dubbi, a nuovi indici di preoccupazione a livello globale. Che sia arrivato davvero il momento per abbandonare i combustibili fossili ponendo già adesso le basi per un nuovo paradigma energetico?
Perché si | Perché no |
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I paesi più attenti ai temi ambientali vogliono ottenere un’indipendenza e una resilienza sia economica che strutturale dai fornitori di energia, producendo ove possibile in loco parte del fabbisogno per la popolazione. Un’autodeterminazione del genere permetterebbe di gestire con maggiore flessibilità costi e forniture, anche in risposta a periodi di crisi dovuti a vari fattori. | Il settore delle energie rinnovabili nella maggior parte dei paesi dipende fortemente dalle importazioni da altre regioni, principalmente dalla Cina. I dubbi maggiori ruotano attorno ai problemi della catena di approvvigionamento globale, con progetti solari ed eolici che già testimoniano ritardi logistici. Gli Stati Uniti e l’Europa fanno fortemente affidamento su moduli e celle fotovoltaici (FV) solari a basso costo provenienti dalla Cina. |